[Incesto] racconti incestuosi - Una Madre molto Speciale

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  1. ~ W h i t e
     
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    L'estate era ormai passata e le vacanze erano finite, le scuole avevano riaperto e Marco, come tanti suoi coetanei, aveva ripreso a frequentare con regolarità il suo tanto amato ed odiato Istituto Tecnico.
    In realtà erano diverse settimane che la scuola aveva riaperto i cancelli ma le belle giornate di sole ed il clima abbastanza mite, che i primi di ottobre riuscivano ancora a regalare, non avevano fatto dimenticare l'estate vacanziera ormai definitivamente passata, stimolando ancora a godersi volentieri quelle ultime giornate nell'ozio.
    Marco aveva 17 anni; era un ragazzo giudizioso, serio e particolarmente portato per lo studio ma non per questo poteva definirsi un "secchione", amava divertirsi e usciva di frequente con i suoi amici, gli piaceva praticare sport come tennis e calcetto e raramente rifiutava di giocare una partita.
    Capelli castano chiaro portati quasi sempre corti, abbigliamento spesso firmato e fisico longilineo avevano indotto i suoi compagni, sfruttando un po' anche il suo vero nome, a soprannominarlo "marchesino" e a lui in fondo non dispiaceva.
    Era stato promosso con buoni voti al 4° anno e qualcuno dei suoi compagni, quelli tra i più affiatati, li aveva persi dalla classe per via della loro bocciatura, ma lui non era particolarmente preoccupato; li avrebbe potuti comunque rincontrare in Istituto durante le ore di ricreazione e in ogni caso frequentarli tranquillamente al di fuori della scuola.
    Come ogni anno il primo mese fu una vera rottura, c'era un continuo alternarsi di supplenze, vuoi per l'assegnazione delle cattedre delle nuove materie vuoi per il prolungarsi forzato delle ferie di alcuni professori; l'irregolarità delle lezioni in questo periodo era un dato di fatto.
    Marco era piuttosto scocciato dal continuo ripetersi di questa situazione, che vedeva come un inutile perdita di tempo, ma del resto non poteva farci nulla e poi in fondo ,quest'anno, stranamente la cosa non lo infastidiva più di tanto.
    Anche quel giorno, per l'ennesima volta, arrivò l'avviso che autorizzava la sua classe a terminare le lezioni con due ore di anticipo, causa l'assenza del professore di Tecnologia, in classe ci fu il classico boato di gioia poi la lezione proseguì nuovamente in modo più o meno tranquillo.
    Di li a poco, tra l'entusiasmo generale, suonò la campanella e tutti si riversarono verso l'uscita per ritrovarsi poi, in gran parte, davanti al cancello d'ingresso.
    - Allora "marchesino" che si fa? Ci facciamo un giretto al centro? -
    Gli chiese Luca aggiustandosi lo zaino.
    - No… Luca, oggi non mi va proprio e poi è troppo tardi, ora che arriviamo! Dai rimandiamo tutto alla prossima sega. Eh? -
    Gli rispose Marco sorridendo.
    - Si, hai ragione! E' un pò troppo tardi per andare... Be', allora… ok, alla prossima sega! Io me ne vado a casa, ciao popolo! -
    Rispose Luca salutando i suoi compagni e avviandosi verso l'autobus.
    - Cazzo, ma chi sei un emulo di Berlusconi? Due parole e convinci sempre tutti! -
    Gli chiese Andrea, un altro suo compagno.
    - Che ci vuoi fare, sono doni di natura! -
    Esclamò soddisfatto Marco.
    I due si azzuffarono giocosamente scambiandosi qualche pesante pacca e dandosi qualche strattone
    - Bene, Andrea l'ho suonato quindi me ne posso anche andare! Ciao ragazzi, ci vediamo domani. -
    Marco si congedò dai suoi compagni salutando tutti e recandosi verso casa.
    In meno di un quarto d'ora fu davanti casa, guardò l'orologio e mancavano pochi minuti alle 12:00, decise allora di fare un salto dal giornalaio a prendere una rivista per poi entrare in casa dall'ingresso secondario.
    La famiglia di Marco non era ricca ma conduceva comunque una vita piuttosto serena e lui di sicuro non si poteva lamentare, una bella casa in un complesso residenziale e due auto, suo padre, Giulio, 44 anni, era impiegato in una famosa società informatica ricoprendo un posto di buon livello mentre sua madre, Irene, 41 anni, era socia in un negozio di una avviata catena di abbigliamento insieme ad altre tre persone.
    Comprata la rivista tornò verso casa, una volta entrato gettò lo zaino vicino alla porta d'ingresso e si diresse verso la cucina, mentre si apprestava ad aprire il frigo udì dei lamenti che sembravano provenire dall'appartamento a fianco, inizialmente Marco pensò al guaito del cane dei vicini spesso lasciato da solo e non ci fece tanto caso, si versò un bicchiere di coca-cola ed iniziò a sfogliare la sua rivista; ad un tratto ciò che inizialmente gli erano sembrati dei lamentosi guaiti cominciarono ad assumere la consistenza di veri e propri gemiti, ma la cosa che incuriosì improvvisamente il ragazzo fu il fatto che questi sembravano provenire proprio dalla camera dei suoi genitori.
    Marco chiuse subito la rivista, la arrotolò pronto a servirsene come di un bastone nel caso ce ne fosse stato bisogno e si diresse con sospettosa prudenza verso la stanza dei suoi; mano a mano che si avvicinava sentiva quei gemiti diventare sempre più alti segno che il luogo di provenienza era dunque quello, trovatosi davanti alla porta la trovò leggermente socchiusa, lentamente cercò di aprirla un altro po' e riuscito ad affacciarsi iniziò a guardare all'interno della camera per cercare di capire cosa stesse accadendo, mentre nel contempo tutto l'ambiente risultava irradiato dal massimo dell'illuminazione disponibile.
    La grande libreria a giorno posta subito davanti alla porta copriva in parte la visuale, ma Marco riuscì comunque a notare una telecamera montata su di un treppiedi ed una sagoma femminile distesa sul letto.
    Il sangue gli si gelò in corpo, chi mai poteva essere quella donna visto che sua madre lavorava e donne di servizio non ne avevano?
    Trovando un compromesso tra curiosità e paura scivolò silenziosamente nella stanza rannicchiandosi dietro la libreria, cercò di posizionarsi nel punto per lui più favorevole; in cui i libri erano più numerosi e potevano offrirgli una buona protezione dalla vista dell'altra persona ma che comunque non gli impedivano di vedere gran parte della camera e al di là della libreria stessa.
    Non appena trovò la giusta posizione e poté vedere meglio chi c'era distesa sul letto rimase letteralmente sgomento, il suo volto era nascosto da un paio di occhiali da sole, i capelli castano scuro sfumati sul biondo da numerosi colpi di sole erano raccolti ed acconciati in modo diverso, ma il viso rotondo e giovanile, la pelle liscia e quel naso quasi a patatina erano inconfondibili, quella donna misteriosa altro non era che sua madre.
    - Cazzo, ma è la mamma! Ma come… ! -
    Si meravigliò subito Marco.
    Il suo stupore non fu generato soltanto nello scoprire che quella donna sensualmente distesa sul letto era sua madre, ma soprattutto nel vedere come si era vestita e cosa stava facendo.
    Irene era una donna piacente che amava curare il proprio corpo e che portava i suoi anni in modo invidiabile; per sua fortuna non aveva problemi di cellulite o buccia d'arancia, la sua pelle, ancora lievemente abbronzata, era liscia e vellutata priva di sgradevoli smagliature; una donna matura, sicuramente, ma che comunque non lasciava trasparire i suoi anni, che, anzi, le donavano una nota di fascino in più.
    Marco vedeva sua madre distesa su quel letto come mai avrebbe potuto immaginare; indossava un provocante reggicalze di pizzo nero unito a delle sensuali calze dello stesso colore, velate e pieni di pizzi; portava, poi, un paio di scarpe nere con un tacco alto non meno di 9 cm. e un reggiseno merlettato, a balconcino, che in quel momento era stato letteralmente inglobato sotto i suoi rotondi ed ancora sodi seni.
    La donna esponeva il proprio sesso verso l'obiettivo della telecamera tenendo le gambe oscenamente aperte; mentre con la mano sinistra manteneva le labbra della vulva, ormai umida e luccicante di umori, ben allargate e con tre dita della mano destra si penetrava con foga sino in profondità, ansimando continuamente e lanciando di tanto in tanto soffocati gemiti di piacere.
    Marco era come imbambolato da quella scena e non riusciva a crederci, mai avrebbe pensato di sorprendere sua madre in simili atteggiamenti; quella che per lui era sempre stata una madre dolce, severa, ma sempre premurosa gli appariva ora come una donna vogliosa paragonabile ad una qualsiasi puttana da marciapiede e proprio lì ,sotto i suoi occhi, mostrava, a sua insaputa, il suo corpo fremente di donna, non più di madre, mentre furiosamente si masturbava madida di sudore.
    In quel frangente scattò qualcosa di insospettabile nel ragazzo, anche se si trattava di sua madre quella era pur sempre una donna, una bella donna, soprattutto era una donna adulta intenta a masturbarsi.
    Marco deglutì a fatica, abbassò gli occhi e vide che la patta dei suoi pantaloni si era abbondantemente gonfiata a causa dell'involontaria erezione del suo membro, che rinchiuso nella morsa dei calzoni iniziava ora a dargli anche un leggero fastidio.
    Improvvisamente sentì crescere in lui il desiderio di toccarsi, la vista di sua madre ansimante lo stava facendo eccitare; così, silenziosamente, sgattaiolò via dalla camera senza preoccuparsi di raccogliere la sua rivista, poggiata sul pavimento proprio davanti alla porta della camera, ma cercando, invece, di raggiungere prima possibile il bagno.
    Entrò frettolosamente lasciando sbattere, involontariamente, la porta alle sue spalle tanto che sua madre, sentendo il rumore, cessò improvvisamente di penetrarsi con le dita ritraendo di scatto la mano.
    La donna si alzò dal letto, prese dei fazzoletti di carta e sedendosi sul bordo del letto iniziò ad asciugarsi la vulva ormai abbondantemente umida dei suoi umori proseguendo poi con le dita della mano, anch'esse evidentemente bagnate.
    - Marco... Marco, sei tu? Ma sei già tornato da scuola? Marco ma mi vuoi rispondere? -


    Chiese ad alta voce Irene mentre finiva di asciugarsi.
    Marco sentiva la voce della madre ma intento a masturbarsi non rispose, udiva quelle parole ed in quel preciso momento pensava a cosa, pochi attimi prima, aveva visto in quella stanza immaginandosi sua madre su quel letto intenta a toccarsi vogliosamente nelle sue parti intime.
    Terminata la veloce pulizia Irene, frettolosamente, si tolse le scarpe nascondendole in un armadietto, smontò il treppiedi e lo nascose assieme alla telecamera nell'armadio, si infilò nuovamente lo slip mentre sentiva ancora colare dalla sua vagina i succhi di quel rapporto bruscamente interrotto, uscire, incontrollabili, dalla sua vulva ed inumidirgli suo malgrado lo stesso slip; indossò poi una vestaglia nera ed un paio di pantofole, si diede una veloce riordinata ed uscì con passo affrettato dalla stanza.
    Uscendo diede involontariamente un calcio alla rivista che il figlio aveva sbadatamente lasciato li davanti, si inginocchiò per vedere cosa fosse e rimase di sasso; non appena riconobbe la rivista comprata dal figlio si portò una mano davanti alla bocca in segno di sorpresa, capendo che sicuramente Marco aveva visto qualcosa; prese la rivista e la nascose in un cassetto poi, facendo finta di niente, si diresse in cucina.
    - Marco... ma sei tu? Allora mi vuoi rispondere, ma dove sei? -
    Chiese nuovamente la madre.
    Proprio in quel momento un caldo getto di sperma schizzò fuori dal pene di Marco finendo un po' nella tazza del water e un po' sulla tavoletta, decretando la fine del suo atto.
    - Siii... mamma, sono io! Sono un attimo in bagno, adesso arrivo! -
    Rispose con voce strozzata il giovane.
    - Marco, ne hai per molto? -
    Chiese ancora la madre.
    - Noo… no! Ho quasi fatto, adesso arrivo. -
    Ribatte' marco mentre si ripuliva con la carta igienica e si dava una riassettata.
    - Scommetto che il piccolo bastardello si sta masturbando in bagno, segno che qualcosa ha visto o sentito, ma cosa! Devo scoprirlo assolutamente. -
    Si chiese tra se e se Irene apprestandosi ad aprire il frigo intenta a preparare il pranzo, mentre un'ombra di umori aveva ormai abbondantemente bagnato i suoi slip.
    Marco uscì dal bagno e si diresse in cucina.
    - Ciao, mamma! -
    Scandì quasi sottovoce mentre si sedeva a fianco al tavolo.
    - Ah, ciao! Ma insomma, dico io, ma vuoi rispondermi quando ti chiamo! Mi hai fatto prendere un bello spavento sbattendo la porta così all'improvviso, lo sai! -
    Lo ammonì con tono severo la madre.
    - Si... scusa mamma, ma andavo di corsa! -
    Rispose Marco, mentre tra se e se pensava a quanto porca potesse essere sua madre e quanto bene riuscisse a nasconderlo
    - Eh... addirittura di corsa, e cosa avevi di così incombente da fare? -
    Lo stuzzicò Irene.
    - Dovevo fare pipì, mamma! A ricreazione non ho fatto in tempo ad andare. -
    Si giustificò il giovane.
    Cercando di non farsi accorgere dalla madre, Marco iniziò ad osservarla, la vestaglia nera non lasciava trasparire nulla ma le calze che indossava erano le stesse di poco fa, segno che molto probabilmente non si era cambiata; al pensiero di quello che la madre indossava sotto la vestaglia senti nuovamente l'eccitazione salire ma dovette assolutamente cercare di controllarsi.
    - Ma oggi non dovevi tornare verso le 13:30! Come mai sei rientrato prima? Hai fatto sega? -
    Domandò con tono ironico la donna.
    - No... no, ma quale sega, mamma! Siamo usciti prima perchè mancava il professore di Tecnologia! Tutto quà. -
    Si difese subito Marco.
    - Ah, bè... credevo! Non vorrei che prendessi delle cattive abitudini e poi ricorda, se fai una sega preferisco che tu me lo dica piuttosto che mi racconti un bugia, io non ti sgriderei comunque... lo sai! -
    Imperversò con tono ilare Irene.
    - Beh... d'accordo, la prossima volta che faccio sega giuro che te lo dico -
    Rispose con tono un pò scocciato Marco, poi proseguì
    - E tu invece? come mai sei a casa, mamma? -
    - Oggi vado a lavoro solo mezza giornata, anzi mi devo sbrigare che alle tre devo andare via. -
    Rispose senza timore Irene.
    - Forza, ora vatti a lavare le mani che è quasi pronto. -
    Concluse, rivolgendosi al ragazzo.
    Marco ubbidì giudiziosamente e si andò a lavare le mani ma sentiva che nell'aria c'era qualcosa di strano, nel mentre la madre iniziò ad apparecchiare la tavola.
    Durante il pranzo i due parlarono pochissimo, limitandosi per lo più a fare commenti sulle immagini trasmesse in televisione, ultimato il pasto la madre chiese a Marco di sparecchiare e di mettere i piatti sporchi in lavastoviglie mentre lei si andava a preparare per andare in negozio, anche questa volta lui ubbidì ma manifestò il suo disappunto e terminate le sue mansioni se ne andò in salone.
    Dopo circa venti minuti sua madre riapparve, Marco notò subito che le calze non erano più quelle di prima, segno che questa volta si era cambiata.
    - Ok... Marco io vado in negozio, ci vediamo questa sera... ciao cicci! -
    Lo salutò con tono affettuoso la madre.
    - Si, va bene! Ciao mamma! -
    Rispose distrattamente Marco, intento a seguire un film in tv.
    Finito il film si recò nella sua camera ed iniziò a studiare, i compiti non erano poi molti ma alle 18:00 aveva una partita a calcetto e non poteva mancare.
    Quella sera e nei giorni successivi tutto andò avanti come se nulla fosse mai accaduto, a parte il fatto che di tanto in tanto Marco si masturbava pensando alla madre, tutto sino a quando suo padre non dovette recarsi per alcuni giorni fuori città a cavallo del fine settimana.
    - Mi raccomando... peste, fai il bravo e cerca di non far arrabbiare la mamma! Io sto via alcuni giorni quindi dovrai fare tu l'uomo di casa... capito! -
    Si raccomandò il padre prima di uscire, salutandolo.
    - Si, si papà non ti preoccupare -
    Rispose Marco mentre annuiva con la testa.
    Irene accompagnò il marito all'aeroporto in un piovoso sabato sera di Ottobre, attese con lui il momento della partenza ed in nottata ritornò a casa, era mezzanotte passata quando rincasò e Marco già dormiva da tempo, lei piuttosto stanca decise di fare altrettanto.

    La mattina successiva Marco si svegliò in tarda mattinata, fece un salto in bagno per poi recarsi in cucina a fare colazione.
    - Ciao, finalmente ti sei alzato! Era ora! -
    Lo salutò la madre, augurandogli il buongiorno, mentre indossava ancora la vestaglia.
    - Ciao, mamma! Ieri sera sei rientrata tardi, vero? Scusami ma ero veramente stanco e sono andato a dormire; papà è partito? -
    Chiese Marco.
    - Si, è partito e ci chiamerà questa sera. Non ti preoccupare per ieri, in effetti sono rientrata tardi... dopo la mezzanotte! Ora però fai colazione che già è tardi, io vado un attimo di la! -
    Ribatté prontamente la madre.
    Marco iniziò con aria soddisfatta la sua colazione; sua madre ritornò in cucina proprio mentre la stava finendo.
    Irene andò verso di lui e con fare sicuro appoggiò la rivista del figlio, trovato giorni prima davanti alla porta della sua stanza, sul tavolo della cucina; poi con un tono quasi di superiorità gli domandò:
    - Allora, furbetto! Di chi è questa rivista? E' tua per caso? -
    A Marco il latte andò quasi di traverso riuscendo, per pura fortuna, ad evitare di strozzarsi, poi ripresosi e lanciando qualche colpo di tosse rispose.
    - Si... mamma, è mia! Ma dove l'hai trovata? Ero convinto di averla persa! -
    - E' tua eh! Bene, allora facciamo un patto! -
    Lo avvisò Irene, poi proseguì
    - Io ti dico dove l'ho trovata se tu mi prometti di rispondere sinceramente e quindi senza dirmi bugie, ad una domanda che ti farò dopo! -
    Concluse la madre.
    - Va... va bene, mamma! Prometto. -
    Biascicò Marco.
    - Allora... questa rivista l'ho trovata proprio davanti alla porta della mia camera, guarda caso quella famosa mattina, di circa una settimana fa, in cui tu sei rincasato prima. E questa è la risposta alla tua domanda! -
    Cantilenò ironicamente la madre, poi continuò
    - Ora quello che invece voglio sapere io è… sempre quella famosa mattina, tu... per caso, mi hai spiato mentre ero in camera? -
    A Marco si gelò il sangue nelle vene, era praticamente terrorizzato; in parte dal fatto che la madre lo avesse scoperto ma soprattutto dalla possibilità che questa lo avesse detto a suo padre.
    - Spiarti! Ma mamma, ma cosa dici... spero tu stia scherzando! -
    Rispose Marco cercando di sviare la domanda.
    - Ah... Ah! Se non sbaglio avevamo fatto un patto, avevi promesso di non raccontarmi bugie o sbaglio? -
    Lo ravvisò subito la madre.
    - Ma, mamma è la verità... io non so' proprio di cosa stai parlando! -
    La smentì subito Marco.
    - Va bene... d'accordo... allora questa sera, quando chiamerà, dirò tutto a tuo padre e poi ci penserà lui a scoprire se quanto dici è vero oppure no! -
    Insistette nuovamente sua madre.
    Sentendo quelle parole Marco si sentì quasi perduto, gli occhi si arrossarono improvvisamente e sentì dentro di se il forte desiderio di piangere pronosticando chissà quale punizione o paura di essere picchiato.
    - No... no! Mamma ti prego non dire niente a papà, ti dico tutto... giuro, ti dico tutto! -
    La implorò Marco.
    - Bé... ma che fai? Ti metti a piangere? Ma guarda che scherzavo… dai, ma ti pare che lo avrei detto a papà! Che brava mamma sarei... altrimenti! Allora, su... forza Marco, dimmi la verità... quella mattina mi hai spiata o no? -
    Domandò nuovamente la madre.
    - Si, mamma... si! Ti ho spiata quella mattina, ma non l'ho fatto apposta, sentivo dei lamenti e sono venuto a vedere! -
    Disse Marco.
    - Ah! E cosa hai visto? -
    Continuò Irene.
    - Beh... ecco... io, ecco... io... io ho visto che stavi sul letto, che eri vestita in quel modo particolare e facevi... si insomma... facevi un qualcosa con la mano! -
    Cercò di spiegare Marco.
    - Facevo cosa... mi toccavo? -
    Imperversò la madre.
    Marco si sentiva enormemente a disagio, le domande di sua madre erano sempre più sfacciate e per lui diventava ancora più difficile cercare di confessare ciò che aveva visto; si sentiva disorientato, non era facile ammettere, in modo così esplicito, di averla sorpresa a masturbarsi; per contro sua madre non sembrava per nulla turbata da questa singolare situazione e anzi attendeva ansiosa la sua risposta.
    - Si... ecco, penso di si, cioè... si, ti toccavi... si, insomma, ho visto che ti toccavi... ma mamma... io... io non volevo, lo giuro... non volevo! -
    Si scusò Marco
    - Ma Bene! Quindi, praticamente, hai visto quasi tutto! -
    Concluse Irene, poi proseguì
    - Che razza di sporcaccione sei, Marco? Ma non ti vergogni a fare il guardone... e di tua madre per giunta? Scommetto che magari ti è anche piaciuto quello che hai visto, Eh? Rispondi, dimmi la verità... brutto svergognato! -
    Domandò la donna tradendo un'aria quasi ansiosa.
    Marco non si aspettava una simile domanda e si trovò inizialmente un pò spiazzato poi, quasi senza volerlo, rispose in modo del tutto naturale e senza mentire.
    - Mah... non lo sò, forse si... credo di si... non lo sò e poi che c'entra, io non mi aspettavo mica che tu mamma, ecco... che tu, si... insomma, che tu facessi di queste cose. -
    Si lasciò sfuggire con sincerità Marco
    - Ah si, è! Quindi ti è piaciuto lo spettacolino... piccolo spione! -
    Sottolineò con tono ironico la madre e proseguì
    - Ad ogni modo il fatto di non sapere ciò che comunque non ti riguardava non è una buona scusa... anzi la ritengo molto stupida com tua giustificazione... e poi adesso, in secondo luogo, non vedo il motivo di tutta questa tua meraviglia... tesoro mio! Non venirmi a raccontare di non aver mai visto donne nude, mio caro, perchè sò benissimo delle tue videocassette porno nascoste in fondo all'armadio e credimi non c'è proprio nulla di strano. -
    Marco ascoltava in silenzio, tra totale stupore e curiosità; Irene proseguiva nel suo discorso.
    - Magari non lo hai mai pensato, ma guarda che anche io sono una donna come tante altre. Sono anche tua madre, è vero, ma questo di certo non mi vieta, di tanto in tanto, di prendermi delle libertà, di divertirmi un pò e dare piacere al mio corpo. Ovviamente io non avevo assolutamente previsto il fatto che tu ne venissi a conoscenza e soprattutto a quel modo, ma vedrò di rimediare! -
    Gli rispose con tono malizioso la madre.
    Marco, seduto, ascoltava le parole della donna quasi allibito ma con vivo interesse, non avrebbe mai sospettato che sua madre sappesse dei filmini porno e che fosse capace di affrontare simili discorsi con lui in modo così diretto e con tanta tranquillità, poi Irene si accese una sigaretta e continuò:
    - Vedi amore... noi finanziariamente non ci possiamo lamentare ma in un certo senso i soldi non sono mai abbastanza così, circa un mese fa, parlando con una persona amica di tuo padre, ci è stato offerto di girare dei piccoli filmini anonimi di tipo amatoriale, da circa mezz'ora l'uno, che ritraessero scene di sesso e che sarebbero stati pagati, in base al contenuto, dai 7 ai 20 milioni; questo soprattutto in virtù del fatto che la tua mamma è ancora una bella donna. Così ne abbiamo parlato a lungo con tuo padre ed anche se il tutto avrebbe comunque garantito il nostro anonimato inizialmente, ci siamo rifiutati; poi però, un pò per gioco un pò per curiosìtà, abbiamo voluto provare ed ora la cosa non ci dispiace poi più di tanto, anzi ci aiuta ad alimentare il nostro desiderio sessuale e a rafforzare il nostro rapporto matrimoniale ed in più ad aumentare i nostri fondi, un bel compromesso... vero? -
    Marco adesso era veramente sorpreso da quella incredibile rivelazione, ma preso da una strana eccittazione, dovuta al racconto della madre, non tardò a risponderle incuriosito.
    - Cavolo... mamma! Se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto! Quindi anche papà è consenziente, cioè nel senso che anche lui lo sa e partecipa! -
    Domandò con meraviglia Marco, sorpassata ormai la crisi di pianto e sempre più preso da quella discussione.
    - Si... certo! Fino ad esso abbiamo fatto 2 filmini, noi però non facciamo nulla di... diciamo di... strano, nel senso di particolari giochetti, sai... tuo padre non vuole, e quindi ci accontentiamo di quei 7/8 milioni a nastro. Senti una cosa... ti andrebbe di vedere una...? -
    Chiese fremente la madre con tono caldo e misterioso
    - Cosa, mamma! -
    Rispose dubbioso Marco e con il cuore che sentiva battere in gola.
    - Ti và di rivedere il filmino che ho girato quel giorno? Magari anche per un parere! -
    Domandò incuriosita Irene.
    Marco non poteva credere alle sue orecchie, sua madre che lo stava invitando a guardare un suo video amatoriale e per di più, porno.


    - Si... certo, mamma! Lo farei con vero piacere. -
    Rispose Marco, trattenendo a stento la curiosità e l'entusiasmo .
    - Ok, allora! Andiamo di là a prendere il nastro. Sai... secondo quella persona sembra che ai ragazzi della tua età piaccia molto questo genere di film -
    Lo invitò la madre spegnendo la sigaretta, mentre ancheggiando lo precedeva verso la camera da letto.
    I due entrarono nella stanza e Marco si accomodò sedendosi sul letto, poi la madre estrasse da un cassetto un nastro video 8 e lo inserì nel videoregistratore, si sedette poi sul bordo del letto a fianco al figlio aggiustandosi la vestaglia, prese il telecomando e spinse il tasto play.
    - Mamma, scusa! Ma tu rimani quà? -
    Chiese perplesso Marco.
    - Certo, perchè... dove vuoi che vada? -
    Si meravigliò la madre.
    - No... ecco, è che... cioè... credevo che il film l'avrei visto da solo e non insieme a te! -
    Rispose Marco.
    - Ma perchè! Ti vergogni di me per caso? -
    Lo stuzzicò la madre.
    - Be... ecco... veramente un pò si, cioè... insomma vedere quelle immagini sapendo che tu sei quì mi imbarazza, mamma! -
    Bofonchiò Marco.
    - Ma dai! Ma se non imbarazzano me che le ho fatte per quale motivo dovresti farlo tu! Dai, su... rilassati e guarda... e mi raccomando, poi dimmi cosa ne pensi! -
    Lo tranquillizzò la madre.
    Le eccitanti immagini si susseguivano sullo schermo; Marco poteva vedere sua madre con indosso quei provocanti vestiti mentre lasciva, faceva vogliosamente scorrere le sue mani lungo tutto il suo bellissimo corpo toccandosi sensualmente ovunque, ed udiva i suoi lamentosi gemiti e grugniti di piacere provenire incessantemente dal televisore.
    Passarono diversi minuti senza che i due si scambiassero una sola parola, con lui letteralmente rapito dalla sequenza delle scene e gli occhi incollati sul televisore, poi ad un tratto, mentre sul video appariva un primo piano del seno della madre, Marco si rivolse alla donna.
    - Mamma, ma quelle sono veramente le tue? -
    Chiese il ragazzo con interesse.
    - Certo che sono le mie, e di chi altri se no! -
    Rispose meravigliata la madre.
    - Be... sono belle grandi, però... non credevo le avessi così! -
    Insistette il figlio.
    - E' una quarta abbondante e guarda che sono ancora belle sode -
    Rispose orgogliosa la madre.
    - Eh, si... .che sono abbondanti si vede, quasi non riesci a trattenerle nelle mani; il
    resto non lo sò, dal televisore non è che si riesce a capire -
    Imperversò con tono ironico Marco.
    - Bè, fai il sostenuto a cosa vorresti alludere... guarda che se è solo per quello possiamo subito risolvere il problema, visto che al tuo fianco hai la fortuna di avere l'originale. -
    Gli rispose la donna mettendo il nastro in pausa ed iniziando ad allentare le bretelline superiori della vestaglia.
    Con gesto rapido ed esperto la madre fece scivolare via la sottile bretella di stoffa e si afferrò il seno sinistro facendolo sgusciare fuori dalla vestaglia.
    - Eccolo quà l'originale, allora... è sodo abbastanza? Cosa ne pensi? E' uguale, oppure no? -
    Lo provocò la madre mentre con l'indice della mano strusciava delicatamente il capezzolo.
    Il gesto di Irene lasciò Marco letteralmente allibito; colto così di sorpresa non seppe cosa fare se non che ammirare ,estasiato, quella forma rotonda e scolpita.
    - Bè... che fai, ti sei imbambolato? -
    Commentò ironica sua madre.
    - Eh... si... cioè, no... caspita, mamma... dal vivo è anche meglio... sembra quasi finta.-
    Rispose Marco che iniziava ad aver un principio di erezione
    - Ma quale finta, Marco! Questa è tutta roba vera, Eh! -
    Disse infastidita la madre e così dicendo prese la mano del figlio e se la portò sul seno iniziando a farla strusciare sopra di esso e facendo più volte sbattere le dita del giovane addosso al suo pronunciato capezzolo, che ormai era diventato turgido.
    - E allora! E' roba finta questa, secondo te? -
    Chiese nuovamente la madre.
    - No... no, mamma! Accidenti, questa è roba vera... e come! Hai un... si... un coso così duro e lungo! -
    Controbattè subito Marco con voce confusa e togliendo la mano, mentre la sua erezione aumentava diventando sempre più evidente tra i pantaloni del pigiama.
    - Il capezzolo intendi! Beh, da piccolino tu succhiavi molto e tuo padre non è mai stato da meno! Dì, ma non ti starai mica eccitando? -
    Lo schernì la madre.
    - Ma no, mamma... ma che dici! -
    Sviò subito Marco.
    - Ah, si! E allora questo come ci è diventato così! -
    Gli fece osservare la madre poggiandogli scherzosamente la mano sinistra su parte dei genitali e stringendogli delicatamente, attraverso la stoffa del pigiama, lo scroto e la base del membro.
    - Ahi, mamma! Ma che fai? -
    Si meravigliò Marco che di riflesso aveva stretto le gambe portando la madre a lasciare la presa.
    - Non mi dire che ho fatto un figlio gay!-
    Sorrise Irene, poi proseguì.
    - Senti Marco... non occorre che tu faccia l'ipocrita con me, primo perché sono una donna che ha molta più esperienza di te, secondo perché sono tua madre. Vuoi che alla mia età non sappia ancora come si provoca un'erezione?
    Guarda che lo so' che ti sei eccitato, adesso, quì con me... ma come già ti ho detto sono una donna oltre che tua madre e come donna mi rendo conto che per un ragazzo della tua età è difficile dominare gli stimoli sessuali; in fondo una mamma nuda è pur sempre una donna nuda, ti capisco, sai! Come madre comprendo il tuo disagio nei miei confronti per questa situazione ma non credere che chiuderti nel bagno e masturbarti di nascosto, pensando a me, ti renda meno sporcaccione che confessarmelo apertamente. Gradirei quindi, d'ora in poi, che tu mi rispondessi senza dire bugie, capito? Allora…te lo chiedo ancora, ti stavi eccitando? -
    Chiese con tono deciso la madre
    - Si... si, mamma... si! Mi stavo eccitando -
    Rispose a bassa voce Marco senza avere il coraggio di guardare la madre in faccia.
    - Bene! Così mi piaci... gioia! Non mi va che tu mi prenda in giro raccontandomi delle bugie, io ti ho educato per essere un ragazzo obbediente e sincero. Be', ora se vuoi puoi anche andare in bagno a finire di sfogarti; io devo andare di là a preparare il pranzo, riprenderemo il discorso più tardi. -
    Concluse la madre alzandosi dal letto e aggiustandosi la vestaglia, poi spense il televisore da tempo andato a nero ed accarezzò bonariamente il figlio sulla testa, scapigliandolo.
    Marco rimase seduto sul letto senza dire una parola mentre sua madre usciva dalla stanza per dirigersi in cucina.
    Si sentiva scosso, gli sembrava di vivere un sogno; continuava a chiedere a se stesso se tutto ciò stesse accadendo realmente, se veramente aveva avuto quel primo contatto sessuale con sua madre o se l'era solo immaginato.
    - Marco, mi raccomando... vedi di non sporcare! -
    Si preoccupò la madre, chiedendoglielo ad alta voce dalla cucina.
    La raccomandazione trillò in lui come un campanello, quasi a volerlo risvegliare da quello stato confusionario in cui si trovava e tanto da rendersi conto che quello che era accaduto era vero... era proprio tutto vero.
    Marco si alzò dal letto rispondendo quasi di riflesso.
    - Si... si, mamma; non ti preoccupare! -
    Entrò in bagno e si avvicinò alla tazza, si calò giù i pantaloni del pigiama ed estrasse dai boxer il suo pene ancora vivamente eretto, poi iniziò a massaggiarlo lentamente parlottando a bassa voce.
    - Porca vacca... non è possibile, non ci posso credere! Cazzo... mia madre, mia madre che fa filmini porno insieme a mio padre e ci sa anche fare! Marco ma ti rendi conto... ti rendi conto che tua madre ti ha confessato, apertamente, di essere una donna completamente disinibita! Cazzo ho una madre vogliosa e che gira filmini porno ed io non me ne ero mai accorto. -
    La mano di Marco iniziava ad aumentare il ritmo
    - Cazzo come era troia in quel film e come le piaceva infilarsi le dita dentro; e poi quelle tette... grandi, sode con quei capezzoli così dritti e lunghi... cazzo se è una bella fica la mamma; farebbe la gioia di qualunque uomo. Chissà a vederla nuda come sarà e poi con quel completo addosso. Oh, mamma... sei proprio una bella fica. -
    I pensieri di Marco non facevano che ruotare attorno al corpo di sua madre e alle parole che la donna gli aveva detto, pensandola in mille posizioni e atteggiamenti di ogni tipo.
    Ben presto l'orgasmo esplose copioso riversandosi attorno a tutta la zona del water, non appena l' eiaculazione fu terminata Marco si preoccupò di pulire anche il bagno togliendo gli schizzi di sperma sparsi in tutta la zona e cercando di lasciare tutto pulito proprio come gli aveva detto la madre poi
    uscì dal bagno per andare a sdraiarsi, soddisfatto, sul letto in camera sua.


    Dopo circa una mezz'ora la madre lo chiamò per il pranzo ed il ragazzo non se lo fece ripetere, scese velocemente dal letto affrettandosi ad andare in cucina.
    - Ah... già sei qui! Sei scattato? Di solito ti devo chiamare 2 o 3 volte! -
    Chiese stupita la madre.
    - Eh... ho piuttosto fame, mamma! -
    Rispose Marco.
    - E' già, dopo certe attività viene sempre fame, vero! Il bagno è rimasto pulito, spero? -
    Osservò maliziosamente la madre con tono ironico ed accennando un sorriso.
    - Si, si... ho pulito tutto! -
    Garantì Marco.
    Mentre la madre era impegnata a preparare le porzioni nei piatti gli occhi di Marco non facevano che fissarla, le osservava le gambe, il sedere, i capelli e la piccola porzione di seno che prorompente si intravedeva dalla scollatura della vestaglia; immaginandola, eccitato, con indosso quell'intimo così sexy.
    - Beh... ma che hai da fissarmi così? -
    Chiese la madre ad un tratto.
    - Eh! No scusa mamma, è solo che... no, niente... stavo pensando. -
    Rispose confuso Marco.
    - E non hai altri punti su cui fissarti mentre pensi? Cosa sono la tua fonte di ispirazione? Mi domando a cosa stavi pensando, allora! -
    Ribatté la madre con tono ironico.
    Marco sentendo quella battuta accennò una risata ed il tutto servì ad attenuare la forte tensione che involontariamente si era creata tra i due.
    I due sedettero uno di fronte all'altra, la madre accese dal telecomando il piccolo 14" che aveva sul piano della cucina ed iniziarono a mangiare, mentre erano a tavola Irene si voltò verso il figlio e gli chiese
    - Allora... lo hai fatto mentre stavi in bagno? -
    Marco abbassò lo sguardo ed annuì.
    - E dimmi la verità, hai pensato a me mentre lo facevi? -
    Il ragazzo continuò a mangiare senza rispondere.
    - Certo che sei proprio testardo, ti ho appena detto che non mi creo problemi, che preferisco che tu me lo dica quando lo fai e tu fai ancora il pudico. Ma insomma Marco, dopo quello che ti ho detto pensi ancora che mi scandalizzo se mi dici che ti sei fatto una sega in bagno pensando a me! -
    Marco smise di mangiare e alzò lo sguardo verso la donna, poi con un espressione confusa e quasi come un sintomo di sfogo disse alla madre
    - Si mamma, si! Mentre lo facevo ho pensato anche a te... però... cazzo, mamma! Io, io non ci riesco a dirlo così sfacciatamente, insomma io non me l'aspettavo, non pensavo che tu eri... cioè che la pensassi così, non è una cosa comune. Non è mica da tutti avere una madre così! -
    Irene lo ascoltò in silenzio e con aria perplessa poi gli rispose
    - Ecco, bravo... hai detto, finalmente, proprio la frase giusta... non è da tutti avere una madre così! Va bene... forse quello che dici è vero, ma non credevo che una scoperta del genere ti scandalizzasse così tanto; sei ancora un ragazzino e credevo la prendessi in modo diverso, credevo fosse una situazione curiosa per un ragazzo della tua età! Se questa cosa pensi che ti infastidisca e ti senti così a disagio da non volerne nemmeno parlare, sta bene; allora faremo finta che non è successo niente e dimentichiamo tutto, poi però non ne voglio più sentir parlare di questa faccenda e guai a te se torni un'altra volta su quest'argomento. -
    Nelle ultime parole Marco sentì il tono di sua madre diventare più duro e scontroso, quasi a volerlo ammonire ed era sicuramente consapevole che adottare una simile scelta, da parte di sua madre, non gli avrebbe giovato proprio a niente.
    - Ma, no mamma... no! Io non volevo dire questo è solo che mi dovrei un attimo abituare a l'idea, non sò... insomma tu sei mia madre e con te non mi viene spontaneo parlare di certe cose. -
    Cercò di mediare Marco in modo da evitare quell' estrema condizione risolutiva proposta dalla madre.
    - Mah... se è solo l'aspetto di genitrice che ti blocca... se proprio credi che ti può agevolare e farti sentire meno imbarazzato, per un attimo, potresti anche dimenticarti che sono tua madre! Anzi, se credi che ti possa aiutare a rendere la cosa un po’ più distaccata puoi anche chiamarmi Irene, io non mi offendo mica! -
    Lo consigliò la madre con aria, ora, più serena.
    - Si, ma non è solo quello è anche un cosa pseco... pisico... cioè... psicologica, però potrebbe essere un'idea... magari, provando! -
    Concluse con aria soddisfatta il ragazzo mentre si alzava da tavola.
    - Più tardi vai a studiare da Luca, vero! Allora ne riparliamo questa sera, così ti faccio trovare anche una sorpresa! -
    Gli disse la madre mentre si aggiustava la vestaglia.
    Marco mugolò prima un sordo assenso poi rispose con un "ok", si diresse verso la porta e senza dire null'altro si recò nella sua stanza lasciando la madre a fare i piatti.
    Dopo circa un ora si preparò ad andare dal suo amico per studiare, passò davanti alla cucina per salutare la madre ma non trovandola immaginò che, con molta probabilità, era andata a riposarsi un po' sul letto, prese le chiavi di casa ed uscì.
    Rincasò verso le 20:00, il pomeriggio a casa dell'amico era stato piuttosto fruttuoso ed insieme erano riusciti a completare i compiti per il lunedì e parte delle esercitazioni che gli erano state assegnante dai professori per i giorni seguenti.
    - Ciao mamma! Sono tornato! -
    Esclamò a voce alta Marco
    - Sii, ciao Marco! Ti ho sentito. Sono un attimo in bagno! -
    Rispose la madre.


    Marco si diresse verso la sua stanza per andare a posare lo zaino e riordinare i libri, poco dopo la squillante voce della madre lo chiamò annunciandogli che la cena era quasi pronta; il ragazzo ultimò di sistemare alcuni volumi nella libreria e poi si recò a cena.
    Non appena entrò in cucina restò subito sorpreso, la madre indossava la stessa vestaglia della mattina ma ben in mostra, sotto di essa, apparivano ora delle velate calze nere e delle eleganti scarpe di eguale colore, scamosciate, dal tacco alto e con un piccolo laccietto alla caviglia, molto simili a quelle che la donna indossava nel video.
    Marco quasi trasalì incredulo.
    - Mamma... ma... ? -
    Apostrofò confuso
    - Ciao gioia, allora tutto bene da Luca? -
    Domandò Irene.
    Marco continuava ad osservare immobile sua madre; la vestaglia celava a stento, in un continuo gioco di trasparenze e riflessi, parte di quel corpo di donna matura straordinariamente sodo e prosperoso, mostrato dalla genitrice con disinvoltura e provocazione.
    Il volto era particolarmente messo in risalto da un sapiente e leggero trucco mentre i suoi cappelli, raccolti sul capo da un'acconciatura, esaltavano i lineamenti di un viso fresco rendendola molto più giovane.
    Il ragazzo esaminò ogni parte del corpo della donna che non risultasse coperto dalla vestaglia; anche le delicate mani, impreziosite dagli anelli e dallo smalto bianco avorio che ricopriva le belle e curate unghie, furono oggetto del suo interesse.
    Ancora confuso Marco bofonchiò quella che doveva essere una risposta.
    - Si... si, mamma! Tutto bene, abbiamo fatto anche due tiri con il pallone. -
    - Ah! Avete giocato al pallone, ecco perché sei tutto sudato e sporco di terra! Beh, allora vatti a fare una doccia, che tra 10 minuti si cena -
    Chiese la madre tutta presa ad apparecchiare
    - Si... va bene! -
    Si limitò a rispondere marco dirigendosi in bagno e ancora incredulo per ciò che aveva visto.
    Sotto la doccia iniziò a chiedersi il perché di tale abbigliamento da parte della madre, era veramente attraente così e proprio mentre ci pensava il pene gli diventò improvvisamente duro tanto che senza accorgersene si ritrovò a masturbarsi pensando proprio a sua madre.
    In preda alla forte eccitazione venne quasi subito e ancora turbato per la situazione che stava vivendo terminò di sciacquarsi affrettandosi ad uscire dal bagno.
    Indossati dei boxer elasticizzati ed una maglietta tornò nuovamente dalla madre.
    - Però... che tempismo! Giusto mentre stavo mettendo a tavola! Non ti senti un po’ meglio dopo una bella doccia e non tutto sporco come eri prima! -
    Osservò la madre.
    - E' si, una bella doccia era proprio quello che mi ci voleva! Tu piuttosto... mamma, ma come ti sei vestita? -
    Le fece notare Marco.
    - Perché, non sto bene così? -
    Si meravigliò la madre.
    - Si, si... sei bellissima mamma, però, ecco... non so, non capisco... c'è forse qualche evento speciale, questa sera devi uscire con qualche amica? -
    Domandò il ragazzo.
    - No... non devo uscire però in un certo senso diciamo che un evento speciale c'è, una specie di... consolidamento di un rapporto! -
    Ironizzò la madre.
    - Conso... cosa? Che intendi, mamma! -
    Evidenziò Marco.
    - Dai, ora smettila di farfugliare e vieni a mangiare che altrimenti si raffredda! Dopo ti spiego! -
    Concluse Irene portando le ultime pietanze sulla tavola.
    I due si sedettero disponendosi come a pranzo ed iniziarono a cenare, Marco guardava con insistenza la madre che, come il suo solito, era intenta a seguire distrattamente il televisore mentre mangiava; lei per tutta risposta gli lanciava di tanto in tanto qualche veloce occhiata di controllo, quasi a sincerarsi di ciò che stava facendo il figlio.
    Ad un tratto, con un gesto distratto, Irene fece involontariamente cadere il suo coltello che, rumoreggiando, andò a finire sotto al tavolo; con fare spontaneo Marco si rivolse subito alla madre dicendogli:
    - Lascia stare mamma, ci penso io a raccoglierlo! -
    E così dicendo si apprestò a chinarsi sotto al tavolo.
    - Ah, grazie Marco! -
    Fu l'immediata risposta della madre.
    Non appena fu sotto il tavolo il pensiero di cercare il coltello fu subito distolto da ben altra visione.
    La madre se ne stava con le gambe provocatoriamente aperte; Marco notò subito una finissima cavigliera d'argento che la donna portava alla caviglia destra, poi con lo sguardo seguì le lunghe e affusolate gambe che fasciate da quelle calze nere, come due binari inghiottiti in un tunnel, giungevano sin sotto alla leggera vestaglia, lasciando una porzione di quelle sode cosce scoperte. Riuscì a vedeva parte del reggicalze finemente lavorato unirsi tra giochi di merletti e pizzi con le calze e poi, cosa che lo fece letteralmente impazzire, uno splendido slip nero di pizzo completamente semitrasparente , che lasciava intravedere la nera e corta peluria del pube della madre e parte iniziale delle grandi labbra glabre della vulva . A quella visione Marco non poté fare a meno di eccitarsi il pensiero di riuscire ad intravedere la fica di una donna matura che sembrava anche parzialmente depilata e sapere che per giunta apparteneva proprio a sua madre fece prendere al suo cazzo un improvviso vigore.
    - Allora... Marco! Questo coltello? -
    Lo richiamò con voce stizzosa la madre.
    - Ah! Si... si, eccolo l'ho trovato, mamma! Arrivo! -
    Cercò di sviare Marco, consapevole del suo imbarazzo e della sua eccitazione.
    - Ec... Ecco... qua! -
    Balbettò per un attimo Marco, consegnando la posata alla madre.
    - Finalmente! Ce ne hai messo di tempo; com'è non riuscivi a trovarlo? Non è che ti sei distratto con qualcos'altro li sotto! -
    Ironizzò la donna.
    - Ma no... mamma! Ma che dici! -
    La smentì subito Marco.
    - Sei sicuro! Secondo me invece... -
    E così dicendo la madre muovendo di scatto il sedere si spinse indietro con la sedia e si chinò sotto al tavolo, non ci mise molto a notare la viva erezione del figlio e senza pensarci due volte Irene allungò la mano destra verso i boxer del ragazzo ed infilandola nella grande asola anteriore, priva di bottoni, con fare da esperta e un gesto deciso, prese i genitali del figlio portandoli verso l'esterno e facendo fuoriuscire in un attimo il membro semieretto e parte delle palle.
    - Eh! No... ma no, mamma... ma che fai, no smettila... dai! -
    Furono le prime parole di Marco sentendosi aprire bruscamente i boxer ed afferrare nelle intimità, ma non appena la morbida e calda mano della madre gli afferrò il cazzo non disse più niente.
    Improvvisamente poi Irene gli lasciò a penzoloni il pene e parte dello scroto fuori dai boxer e riemerse da sotto al tavolo, guardò il ragazzo e gli disse:
    - Sbaglio o mi ero raccomandata di non dirmi più bugie? Non mi piace essere presa in giro, soprattutto da te. Ora voglio che lo lasci come sta, così vediamo se mi racconti altre frottole quando ti parlo e guai a te se provi a rimetterlo dentro senza il mio permesso. Se ti azzardi a farlo giuro che racconto tutto a tuo padre! -
    Marco era piuttosto infastidito da quella specie di ricatto fattogli da sua madre ma sapere di vivere quella strana situazione con lei lo stava inverosimilmente eccitando ed il gioco iniziava a piacergli.
    - Ma... ! Ok... d'accordo, mamma! Va bene... farò come dici tu, ma basta che non ti incavoli e non dici niente a papà! -
    Precisò subito Marco.
    I due paradossalmente continuarono a cenare, come se non fosse accaduto nulla, ad un tratto Irene si rivolse al figlio.
    - Marco, scusa... mi prenderesti il sale? Questa insalata non sa di niente! -
    Il giovane, quasi dimenticando di avere il pene fuori dai boxer, gli rispose con un "sì" e si alzò dirigendosi verso il pensile all'angolo, dove era sistemato il contenitore del sale; non appena realizzò di camminare con i genitali al vento proprio davanti alla madre fu colto subito da l'imbarazzo mentre il suo membro, per contro, iniziò lentamente ad irrigidirsi.
    Marco istintivamente diede le spalle alla madre che, presa a seguire la tv non aveva neppure fatto caso allo strano comportamento del figlio; aprì lo sportello del pensile mentre nello stesso tempo poteva sentire il suo membro e il suo scroto strusciare sul piano di marmo della cucina e questo non faceva che peggiorare le cose provocando in lui una strana sensazione.
    Mentre afferrava il contenitore la madre si rivolse nuovamente a lui chiedendogli
    - Marco già che sei in piedi perché non prendi anche il portatile li sul ripiano, almeno se chiama papà ce l'ho a portata di mano. -
    Marco rispose con un flebile "si" ed afferrò il cordless.
    Mentre tornava indietro, colto dall'imbarazzo, il ragazzo si preoccupò di tenere il telefono vicino al pene per cercare di nascondere quella iniziale erezione agli occhi della madre. Arrivato al tavolo posò silenziosamente il contenitore del sale ma la donna si girò verso di lui cogliendolo in quello strano atteggiamento.
    - Beh, ma cosa stai facendo con quel telefono? Dai, dammi qua... su; così chiamo tuo padre, tanto se aspetto che ci telefona lui! -
    Gli chiese la madre porgendogli il palmo della mano sinistra.
    - Ma veramente mamma, ecco io... io non sò se... -
    Biascicò confuso Marco
    - Allora, me lo dai o no questo telefono? -
    Domandò la madre manifestando una finta intolleranza.
    Marco non sapendo come giustificarsi scostò il telefono dal basso ventre poggiandolo sulla mano della madre, in quell'attimo la donna inarcò le ciglia verso l'alto mostrando in volto una falsa espressione di sorpresa, si portò il telefono vicino alla bocca ed iniziò a mordicchiare la piccola antenna, quindi si rivolse al figlio
    - E quello? Cos'è, tentavi di nasconderlo sotto al telefono? Perchè... ti vergognavi, forse? -
    Marco non rispondeva, teneva la testa rivolta di profilo rivolgendo qualche veloce occhiata alla madre che era intenta a parlare mentre, con le mani, cercava impacciatamente di coprirsi il pene.
    - Mah, secondo la mia esperienza di donna direi che quella è proprio un'erezione! Strano vero... ma come, dicevi che non era vero che ti eccitavo, che essendo tua madre non era possibile, che era tutta immaginazione! -
    Irene accennò un malizioso sorriso e proseguì
    - Guardandoti bene non mi sembra che il tuo arnese faccia differenze tra me che sono tua madre o una qualsiasi altra donna... o sbaglio? -
    Incalzò subito lei con un tono ironico.
    Il discorso della madre avevano fomentato ancora di più il suo stato di eccitazione e proprio l'ultima frase lo aveva colpito in modo particolare; la sua erezione non accennava a placarsi e anzi, dopo quelle parole, stava aumentando vistosamente.
    - Vedo che i tuoi ormoni si stanno dando da fare, visto che il tuo pisello continua a crescere. A quanto pare avevo ragione allora, piccolo degenerato! Ho fatto bene a fartelo lasciare fuori ! -
    Concluse sua madre con aria soddisfatta.
    Marco ascoltò impassibile per tutto il tempo subendo l'aggressività verbale della madre, in preda ad un forte imbarazzo e completamente rosso in viso, poi timidamente cercò di prendere la parola.
    - Io... io... ecco, non so... io, ecco... io non so cosa mi succede, mamma! Non capisco, ma non dipende da me è una cosa che sembra spontanea, io non riesco a controllarla! -
    Cercò di giustificarsi il figlio.
    - Lo so, lo so... gioia! Ci sono cose che alla tua età risultano difficili da capire per questo ci sono le madri. Io sono qui per aiutarti, anche per cercare di far maturare la tua sessualità, insegnarti come comportarti e chiarire tutti i tuoi dubbi! Non stare li impalato però, vieni qua... avvicinati ! -
    Marco si avvicinò titubante alla madre preceduto dall'ondeggiare del suo membro e si fermò a pochi passi da lei, il suo pene era distante circa 60 centimetri dal volto della donna ma ben in mostra all'altezza del viso.
    Quasi di riflesso Irene allungò il braccio portando la mano sinistra verso l'organo mezzo eretto del figlio ed afferrò, tra pollice ed indice, la punta del glande che era ancora ricoperta dal prepuzio.
    - Ma senti qui il mio bambino! E' ancora un po’ moscio però non è male! E dire che in fondo è tutto merito mio! A sapere che venivi su così bene ne facevo anche un altro! -
    A quel gesto, istintivamente, Marco tentò di tirarsi indietro quasi nel tentativo di scappare ma sua madre, fissandolo in viso, strinse con improvvisa decisione la cappella che aveva tra le dita mostrando la sua volontà nel dissuaderlo da ciò che stava cercando di fare; tanto bastò per placare la sua voglia evasiva ed accennando una smorfia di fastidio tornò subito in posizione vicino a sua madre.
    - Dai mamma... no, ti prego, ma che fai... mi vergogno, dai smettila... su! -
    Supplicò Marco quasi balbettando ed in evidente stato di imbarazzo.
    La donna, per tutta risposta, iniziò con le due dita a stringere insistentemente e con ritmica alternanza la punta della cappella del ragazzo, quasi a volerne saggiare la consistenza, mentre il membro di Marco, privo di ogni controllo, iniziava ad indurirsi sempre di più aumentando di volume, il tutto davanti al compiaciuto sguardo della madre e sotto l'irresistibile operato delle sue sapienti mani.
    - Come ti vergogni! E di cosa, scusa... siamo solo io e te! Guarda che mica è la prima volta che ne vedo uno, sa'! Il tuo poi non è mica diverso dagli altri, anzi è anche un bell'esemplare... lasciatelo dire. E se te lo dico io che con questi ho una certa esperienza ... -
    Sorrise maliziosa e soddisfatta la madre.
    Marco non disse nulla rimase immobile mordendosi il labbro inferiore ed osservando in silenzio la mano inanellata della madre che, poggiata sul suo membro, era impegnata a compiere quell'insolito ma stimolante movimento.
    A breve gli effetti di quel tocco cominciarono a farsi vedere, le secrezioni di liquido lubrificante iniziarono ad accumularsi sulla punta del pene di Marco; il trasparente liquido, raccolto ormai in eccesso, cominciava a colare copioso dalla cappella sulle dita della madre sporcandole abbondantemente e avanzava poi lentamente sino in prossimità del polso, lei imperterrita continuava a tastarglielo mentre le secrezioni del figlio facevano risaltare ancora di più lo smalto avorio delle sue unghie.
    - Beh! Tante storie e poi... da come mi stai bagnando le dita direi proprio che la cosa non ti dispiace, o sbaglio? Di la verità... mamma o non mamma è sempre piacevole sentirselo toccare da una donna, eh? -
    Osservò sfacciatamente la madre.
    - Si... cioè... no, ecco... mamma; è bello... però... ecco io... io. -
    Rispose Marco in modo confuso e con un filo di voce mentre iniziava a sentire i suoi testicoli indurirsi ed il suo organo ormai in tiro.
    Irene vedeva chiaramente il membro del figlio ormai al massimo delle sue possibilità e rapide contrazioni facevano alzare di tanto in tanto la punta del pene verso l'alto.
    La donna rallentò il ritmo iniziando ad osservare entusiasta il suo operato mentre l'appendice del figlio si mostrava in tutta la sua virilità di circa 16 cm.; certo nulla a che vedere se paragonato a quello di suo marito, un arnese di oltre 22 cm. e ben più grosso rispetto a quello del figlio, ma vista l' età di Marco, appena diciassettenne, ai suoi occhi e sotto il suo severo giudizio di donna matura e mamma rimaneva comunque un gran bel pisello e sicuramente prometteva bene.
    - Però cosa! Non ti piace? Non sono abbastanza brava, forse? Dimmi... -
    Osservò con malizioso sguardo la madre continuando con il suo stuzzicante massaggio.
    Marco si sentiva percorrere da rapide vampate di calore, quella situazione gli sembrava assurda tanto era strana, credeva quasi di vivere un sogno; la sfacciataggine della madre poi di certo non lo aiutava, con questo suo repentino cambio di comportamento quasi non la riconosceva più.
    - No... no... sei brava, cioè... no, scusami mamma non volevo dire questo! Insomma ecco... mi sento strano, poi se tu continui così... io... io... ecco... io non sò... -
    Biascicò Marco.
    Irene lo guardava incuriosita e con un irriverente sorriso stampato sulle labbra
    - Ti senti strano! Be è buon segno, vuol dire che sto facendo bene, allora! Guarda che non ti devi mica trattenere, se senti lo stimolo giusto per liberarti lasciati tranquillamente andare, è normale... sai! -
    Rispose ammiccante la madre istigandolo quasi a raggiungere l' eiaculazione, poi volse lo sguardo verso il telefono senza filo, digitò alcuni numeri e se lo portò all'orecchio mentre instancabile continuava a massaggiare il pene del figlio.


    L'apparecchio emise tre suoni di libero poi il destinatario della chiamata rispose
    - Ciao caro sono io, come va? -
    Chiese subito la madre.
    Marco rimase per un attimo interdetto, quasi alterato non riuscendo a capire chi fosse la persona all'altro capo del telefono.
    - Allora come è andato il viaggio? Tutto bene? -
    Continuò a chiedere la madre.
    Nella mente di Marco iniziava a prendere corpo un atroce sospetto.
    - Certo che se aspettavo che mi chiamavi tu, stavo a posto! -
    Lo rimproverò sua madre.
    In quel frangente Marco capì tutto, la persona con cui stava parlando Irene altri non era che suo marito, ovvero il padre di Marco.
    Il ragazzo si irrigidì di colpo quasi spaventato, sua madre vedendo quel comportamento gli lasciò per un attimo il pene e portandosi il dito indice sulle labbra gli fece cenno di fare silenzio, poi facendogli l'occhiolino poggiò nuovamente la mano sul membro del figlio.
    Marco rimase in silenzio, ormai non sapeva più come comportarsi era letteralmente in balia della madre ed il terrore che lei potesse rivelare qualcosa al padre per telefono lo terrorizzava.
    La madre continuava a parlare tranquillamente al telefono quasi non stesse accadendo nulla e Marco era sempre più incredulo della sua spontaneità .
    - Si... si, tutte scuse le tue… sei sempre il solito! -
    Sentenziò la madre.
    - Noi quà... tutto bene, io mi sto un po’ rilassando visto che tu non ci sei. Marco, si è quì con me… aspetta che te lo passo! Ciao amore, un bacio. -
    Marco strabuzzò gli occhi vedendo la madre che gli passava il telefono e quasi non sapeva cosa fare, sembrava inebetito.
    - Tieni… è papà -
    Lo risvegliò prontamente la madre.
    Con lentezza ed indecisione paragonabili ad un automa prese il portatile portandoselo all'orecchio, quasi contemporaneamente sua madre porto l'altra Mano, ormai libera, sulle sue palle iniziando a massaggiargli lo scroto.
    A Marco le parole quasi non uscivano di bocca e dovette fare uno sforzo enorme per riuscire a salutare il padre, tanto che il genitore gli chiese se stesse poco bene.
    - No… no, tutto bene papà, sono quà con la mamma. -
    Marco cercava di mascherare il suo pesante stato di imbarazzo
    - Ma… niente… stavo quì… quì in cucina… a… a parlare con mamma, si parlava della… della scuola, tutto quì. -
    Sottoposto a quella forte tensione il membro di Marco iniziò lentamente ad ammosciarsi nelle mani della madre, ma la donna non si fece per nulla demoralizzare; per un attimo smise di massaggiare lo scroto del figlio e ritrasse la mano poi, con abili movimenti, fece scendere una spallina della leggera vestaglia tanto quanto bastava per mettere in evidenza gran parte del seno destro ed iniziò a soppesarlo e a massaggiarlo, il capezzolo ormai turgido appariva in tutta la sua forma attraverso la stoffa, poi ad un tratto Irene prese l'ultimo lembo di stoffa che celava il suo prosperoso seno e quasi infastidita se lo tirò via facendo apparire in tutta la sua rotondità una mammella grossa e soda solcata da una areola scura di medie dimensioni di color porpora e sovrastata da un capezzolo lungo e rigido simile ad un piccolissimo ciuccio.
    Nel vedere quella scena a Marco tornò subito in mente l'episodio del giorno prima, accaduto in camera della madre davanti al video porno, ed il pene gli andò nuovamente in tiro tra il compiacimento della madre che con quel suo solito lieve sorriso stampato in volto continuava a stuzzicargli il glande.
    - Belle le tette della mamma, vero? Ti è subito tornato su! Siete proprio tutti uguali voi uomini! -
    Gli disse ammiccante e a bassa voce la madre.
    La madre di Marco aveva un seno quasi da maggiorata e di questo lei ne era consapevole, ne faceva uno dei suoi punti di forza, un'infallibile arma di seduzione che sapeva usare molto bene e che curava con attenzione dedicandogli massaggi dall'estetista e creme rassodanti.
    Marco continuava ad osservare, confuso ed eccitato, la mano destra della madre che decisa premeva sul seno, stringendolo, per quanto poteva, massaggiandolo con movimenti rotatori, pizzicandosi e tirandosi il turgido capezzolo.
    La voce del padre che lo chiamava al telefono lo fece ridestare.
    - Si… si, scusa papà… che sto facendo? Niente… te lo detto chiacchieravo con la mamma, tutto quì… lei mi ha chiesto una cosa ed io mi sono distratto! -
    Marco sudava freddo, il timore che il padre capisse qualcosa lo terrorizzava ma il costante troieggiare della madre sotto ai suoi occhi era per lui come una droga ma ciò nonostante riusciva in qualche modo a nascondere, saggiamente, il suo stato.
    La situazione che stava vivendo in quegli attimi con sua madre era quasi surreale, entrambi erano in cucina tra i suoni confusi del piccolo TV ancora acceso, lui in piedi con quei boxer mezzi attorcigliati sotto lo scroto e il membro ed i genitali completamente fuori, la madre seduta dinanzi a lui che instancabile e con estrema naturalezza continuava a tastargli il pene con la mano sinistra mentre con la destra si tastava insistentemente il seno, che ormai era completamente messo a nudo, palpeggiandosi le mammelle ovunque; il padre al telefono che, ignaro, continuava a chiacchierare con lui.
    Altri attimi di silenzio ed il padre lo richiamò nuovamente.
    - No… no papà non mi sono addormentato e solo che la mamma… si stava… si stava… per sporcare! Cioè… stava per sporcare la tovaglia nuova con il sugo. -
    Inventò Marco.
    Irene accennò un sorriso sommato ad una smorfia di compiacimento, divertita dal crescente imbarazzo del figlio per l'insolita situazione, poi lentamente iniziò ad allargare le gambe mentre la leggera vestaglia iniziava a salire lungo le cosce fermandosi, quasi a comando, soltanto quando il bordo merlettato delle calze apparve impudentemente agli occhi di Marco; poi, quasi in contemporanea, strinse il pene del figlio nella mano e con fare sicuro tirò indietro la pelle scoprendogli l'ormai violaceo e gonfio glande letteralmente saturo di liquido lubrificante.
    Nel vedere la madre a gambe aperte sotto di lui e sentendosi improvvisamente scappellare il membro Marco non resistette più, con un soffocato lamento ed una smorfia in volto si abbandonò all'orgasmo.
    Due abbondanti fiotti di caldo sperma furono lanciati dalla punta del suo cazzo quasi con un sibilo ed un getto così potente che nemmeno Marco aveva mai visto prima, andarono a colpire in pieno sua madre schizzandola sia sul collo che sui seni.
    Sentendo quel lamento il padre si apprestò a chiedere cosa fosse successo e Marco con molta furbizia gli disse che aveva battuto il ginocchio sulla gamba del tavolo mentre si alzava; il padre prendendolo in giro per la sua distrazione lo salutò
    Raccomandandosi di badare alla mamma.
    - Si papà non ti preoccupare, ci penserò io alla mamma! -
    Furono le ultime parole di Marco prima di riattaccare.
    Mentre Marco terminava la chiacchierata con il padre, Irene con fare composto ed ordinato ricoprì nuovamente con la pelle il glande del figlio pulendo con le dita le ultime gocce di sperma che colavano fuori, poi prese i boxer e li tirò nuovamente su curandosi di risistemarvi all'interno il membro ormai moscio del figlio.
    Poi si appoggiò allo schienale della sedia e si rivolse al ragazzo.
    - Allora! Ti è piaciuto? -
    Marco rimase un attimo in silenzio poi esplose.
    - Cazzo mamma… tu devi essere matta, ma come cazzo ti è venuto in mente di fare una cosa simile… ma ti sei impazzita? -
    Terminò, rosso in viso.
    - Ma cos'hai da urlare, scemo? -
    Rispose la madre
    - Mamma tu non ti rendi conto di cosa abbiamo fatto e se papà se ne accorgeva, ma… ma pensa che umiliazione per me! -
    Continuò in preda alla tensione Marco
    - Calmati Marco… dai! Oddio quante storie per una mezza sega! -
    Cercò di tranquillizzarlo la madre
    - Ma cosa c'entra mamma! Ma dovevi farlo proprio mentre stavo parlando con Papà ? -
    Chiese stupito Marco
    - Ma come sei scrupoloso piccolo mio, ma guarda che non è successo niente… su! -
    Insistette la Madre
    - Si… per fortuna, ma se succedeva? -
    Chiese nuovamente Marco
    - Ma no… non ti preoccupare, papà non si accorgerà mai di nulla a meno che non sia io a dirgli qualcosa! E adesso rilassati, sei rosso come un peperone! -
    Continuò a rassicurarlo Irene.
    Marco fece dei grandi respiri poi si rivolse nuovamente alla madre
    - Certo che sei proprio matta a comportarti così… ! -
    Irene lo guardò con un finta aria di pentimento e poi gli disse
    - Ma allora ti è piaciuto o no? -
    Marco accennò un sorriso e rispose
    - Si… ma che c' entra... e poi è stato strano… io… io… non so, non mi era mai successo -
    Il clima di tensione che prima aleggiava nella stanza si era disteso e i due parlavano ora con più tranquillità.
    Irene si sistemò la vestaglia ed accavallò le gambe rimanendo però sempre a petto nudo e ben in mostra.
    - Hai fatto due belli schizzi lo sai! Eccoli quà… guarda! -
    Gli fece notare la madre indicando i due schizzi di sperma ormai liquefatto
    che lentamente iniziava a colare.
    - A dire il vero mi aspettavo di più da un ragazzo della tua età, ma scommetto che avevi già dato il tuo contributo in bagno… vero!E sicuramente facendo un bel massaggio al tuo pisellino! -
    E così dicendo iniziò a spalmarsi lo sperma del figlio sui seni e lungo il collo quasi fosse una crema per il corpo fino a quando non fu del tutto asciutta.
    Marco la osservava sbalordito cercando di capire che razza di puttana fosse in verità sua madre.
    - Beh, cos'hai da guardarmi, non lo sai che lo sperma fa bene alla pelle -
    Spiegò con un ammiccante sorriso la madre.
    Trascinato da quella innaturale situazione anche Marco si lascio un po’ andare rispondendo per le rime.
    - Si… si… l'ho letto da qualche parte, fa bene alla pelle… e anche alle palle. -
    I due scoppiarono a ridere.
    - Sai mamma… non avevo mai sbor… cioè, si insomma… non avevo mai schizzato in questo modo… cioè… in modo così violento! -
    Disse Marco con un po’ di imbarazzo.
    - Be, è segno che ti è piaciuto, sono stata brava… allora! -
    Gli disse con un pizzico di soddisfazione la madre continuando a massaggiarsi i seni.
    - Si… sei stata bravissima! E a te mamma, è piaciuto? -
    Chiese ansioso.
    - Be, è stata un'esperienza nuova… stuzzicante direi, ma non è con questo che una donna come me può provare piacere! -
    Rispose la madre.
    - Si… si, questo lo so… intendevo se… se… -
    Imperversò Marco un po’ rosso in viso.
    - Vuoi sapere se ho goduto, no piccolo mio, non sono… venuta! Insomma, Marco… se alla mia età venissi solo per aver fatto una sega sarebbe grave! -
    Lo interruppe con un sorrise la madre.
    - Già, hai ragione! Sai mamma che hai veramente due bellissime… si insomma… due bellissime… si, ecco… due bellissime… tette ! -
    Osservò Marco.
    - Ti piacciono… vero, me ne ero accorta sai… me le guardavi in continuazione! Anche a tuo padre piacciono molto! Sapessi da piccolino come le succhiavi e le mordevi, quanti gridolini e sospiri mi hai fatto fare, piccola peste! -
    Lo rimproverò bonariamente la madre.
    - Mamma ti offendi se ti chiedo una cosa? -
    Domandò Marco
    - Dipende… che cosa? -
    Ribatté subito la madre
    - Potrei ciucciarti un po’ i capezzoli come da bambino? -
    Proseguì Marco
    - Ma Tesoro, guarda che adesso non sei più un bambino! -
    Apostrofò Irene.
    - Be, però nemmeno tu sei una mamma come le altre! -
    Fece notare il ragazzo.
    - Be, anche questo è vero… magari vista la situazione te lo concedo ma solo per un attimo, dai vieni quì sulle mie ginocchia… su! -
    Concluse la madre.
    Marco si apprestò a sedersi sulle ginocchia materne mettendosi con il sedere un po’ in fuori per agevolarsi la posizione, poi portò il braccio sinistro dietro le spalle della madre ed afferrò lo schienale della sedia.
    - Sai che pesi… Marco! Cominci proprio a diventare un ometto! Non credo che riuscirò a tenerti sulle gambe a lungo ora che se così cresciuto, sai!
    Gli fece notare la madre mentre portava il suo braccio destro sul fianco del ragazzo abbracciandolo all'altezza della vita per evitare di farlo cadere, poi con la mano libera scansò un po’ la vestaglia e gli porse il seno destro, il ragazzo lo stinse subito con la mano ed iniziò a leccarlo con foga.
    - Piano, Marco… piano così mi fai male, non sono mica fatta di gomma… con dolcezza tesoro, delicatamente, palpali piano, piano… così e lecca delicatamente il capezzolo. -
    La voce della madre istruiva il giovane sui giusti movimenti mentre con la mano guidava quelle del Figlio sul suo seno, Marco poteva assaporare, mentre leccava, lo strano sapore di un po’ del suo stesso sperma misto al delicato profumo che la madre usava mettersi e a quello ancor più eccitante della pelle della genitrice.
    - Ecco, così… così tesoro, così… lecca, lecca lentamente… ora mordi piano il capezzolo, mordi il capezzolo alla mamma… così… da bravo, ora succhialo piano, come fai con il dito… senti come diventa duro e grosso! -
    Marco iniziava a prendere confidenza con la tecnica che la madre gli stava insegnando e con evidenti risultati.
    - Oh, tesoro! non mi ricordavo che eri così bravo! Mmmh, che bello! Si, Marco si leccami… leccami le tette… dai… lecca le tette alla mamma! -
    Sentendo quelle parole pronunciate con voce rotta e lamentosa dalla madre, Marco si sentì veramente soddisfatto ed al pensiero che sua madre si stava con molta probabilità eccitando gli provocò una nuova erezione che non tardò a gonfiare nuovamente i suoi boxer.
    Il rigonfiamento non sfuggì agli occhi della donna che senza pensarci un attimo spostò la mano dal seno poggiandola proprio sul rigonfiamento dei boxer ed iniziando attraverso la stoffa a massaggiare con movimenti circolare il membro del figlio.
    - Che diamine Marco ce l'hai di nuovo in tiro! Ma ti faccio un effetto così stimolante? certo beata la donna che ti si porta a letto, con tutta questa voglia la farai gridare di piacere. -
    Marco, questa volta, sorrise soddisfatto.



    AUTORE Red Apple
     
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